We Fund Love

La cura dell’organo del 1878 nella Madonna dell’Orto, prima azione di We Fund Love.

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We Fund Love ha l’obiettivo di combattere il contagio dell’incuria che minaccia i beni culturali della nostra città coinvolgendo i singoli cittadini e amanti di Venezia in un processo di tutela, conservazione, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e dei beni artistici.

We Fund Love nasce dalla volontà di prendersi cura dell’organo dellaChiesa della Madonna dell’Orto, un intervento diventato possibile grazie alla condivisione di intenti fra Closer e la Fondazione Ugo e Olga Levi, con il patrocinio dell’Ateneo Veneto, dell’UIA – Università Italiana dell’Arte, dell’Associazione Amici dei Musei e Monumenti Veneziani, la collaborazione con il Festival Euro Via, l’ Associazione Musicale Organa e il contributo MALAVASI Azienda Vitivinicola e Poet & Mioi.

Per Closer associazione culturale questa iniziativa ha un valore culturale e ancor più sociale: dalla cura di uno strumento nato nell’Ottocento, si può incidere sull’educazione alla musica. Dopo l’intervento, l’organo saràa disposizione per gli eventi musicali organizzati dalle scuole, dai conservatori, dalle summer school, dai workshop tenuti da musicisti.

Il grande concerto gratuito nella chiesa della Madonna dell’Orto, il 21 giugno alle 21, con l’esecuzione di musica sacra all’organo, sarà il lancio del progetto e l’occasione per tutti gli amanti di Venezia per contribuire con una donazione libera alla nuova vita dello storico strumento. We Fund Love (found love = innamorarsi, fund = finanziare) sposa la filosofia del crowdfunding e l’amore per Venezia, lo stesso che unisce le persone che vivono la città, residenti o turisti: tutti possono contribuire a tenere in vita il patrimonio musicale di Venezia con una donazione destinata a opere di restauro e conservazione.

We fund love, non solo si impegna a reperire risorse economiche per i beni/le opere che intende valorizzare, ma vuole anche creare una rete sul territorio, basata sulla mediazione tra istituzioni pubbliche e private.


Dotato di due tastiere di 58 tasti, pedaliera dritta di 27 pedali e di 63 manette, è inserito in una struttura lignea appositamente progettata e realizzata dall’architetto Lodovico Cadorin, tra gli anni 1869 e 1872, sebbene la cassa verrà rimossa nel 1937. La prima idea della parte strumentale risale al 1870 da parte della ditta “Giacomo Bazzani & figli”. Dilazionato per difficoltà finanziarie, l’organo trovò piena attuazione solo nel 1878 da parte della medesima ditta che nel frattempo aveva mutato la ragione sociale in “Premiata fabbrica veneta d’organi Pietro e Nipoti Bazzani successori di Nacchini e Callido”. Il progetto approvato comprendeva l’acquisto e l’ampliamento dell’organo di scena del teatro La Fenice di Venezia ,che sopravvive ancora all’interno dell’attuale grande strumento. Fu collaudato il 29 dicembre 1878 dal noto maestro Nicolò Coccon. Il restauro del 1996, finanziato interamente da Venice in Peril Found, ha inteso restituire, per quanto possibile, l’originaria immagine sonora e la funzionalità meccanica dello strumento, oggi nuovamente bisognoso di un intervento di manutenzione per contrastare gli effetti di polvere ed usura. Al contesto liturgico e al maestro collaudatore è ispirata la scelta dei brani del concerto, tra i quali molti inediti dei maestri della Cappella Marciana Delfino Thermignon e Nicolò Coccon appartenenti al Fondo di San Marco, custodito presso la Biblioteca “Gianni Milner” della Fondazione Ugo e Olga Levi di Venezia.

Il Concerto: 21 giugno, ore 21.00. Chiesa della Madonna dell’Orto, Cannaregio 3522, 30121 Venezia

‘Ad una sola voce’ per l’organo ‘Bazzani 1878’ della Madonna dell’Orto.

Il concerto propone una serie di brani legati alla storia della musica liturgica negli anni caratterizzati da quella riflessione sulla musica sacra da cui prese avvio il movimento ceciliano e la riforma di papa Pio X ispirata alla tradizione del canto gregoriano e alla musica polifonica di Lorenzo Perosi. Il patriarca Giuseppe Sarto volle il Perosi alla guida della Cappella Marciana quale successore di Nicolò Coccon e lo volle poi a Roma quale direttore perpetuo della Cappella Sistina. A Venezia, al Perosi subentrò il torinese Delfino Thermignon il quale manterrà la direzione della Cappella Marciana per oltre un ventennio proseguendo l’opera riformatrice del suo predecessore. Nell’Archivio del Seminario Patriarcale e nel Fondo di San Marco si conservano alcune importanti testimonianze dello stile di composizione di quegli anni. Le musiche manoscritte proposte oggi all’ascolto per la prima volta sono una Messa a due voci pari e una Cantata per l’Annunciazione di Maria Vergine, con parti solistiche alternate a sezioni corali sul tema della festa mariana. Le composizioni attestano una pratica esecutiva esigente e capacità musicali legate senza dubbio ad una solerte e costante formazione delle voci bianche. Il maestro Thermignon si adoperò per mantenere in attività la sezione dei putti della Cappella Marciana, avviata dal predecessore Nicolò Coccon, preparati in numero di otto, quattro soprani e quattro contralti, attinti dalle scuole degli Orfanelli alle Zattere, il Patronato Leone xiii a Castello e i Catecumeni alla Salute. La Messa Piccolo Magnificat di Gianmartino Durighello è una testimonianza di come sia inteso oggi il sacro nell’arte musicale, alla luce di una mutata sensibilità liturgica e di una diversa fruizione della musica nel rito.